Rovina e Ascesa

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Il capitolo conclusivo della trilogia di Shadow and Bone è stato un viaggio sulle montagne russe: molte delle teorie che avevo elaborato nel corso della lettura di Assedio e Tempesta, hanno trovato conferma, ma una più di tutte mi ha lasciata a bocca aperta.

Alina si muove su un terreno spinoso e tutt’altro che facile: l’incertezza di non riuscire a trovare l’ultimo amplificatore e la paura che il nuovo potere che la lega ancora di più al Darkling possa farle superare un punto di non ritorno.

Lungo il percorso ritroverà amici apparentemente perduti, scoprirà le vere origini del Darkling e un’atroce verità la metterà con le spalle al muro: la fuga non è un’opzione e l’unica via sarà compiere un gesto estremo.

Da questa guerra tra luce e oscurità ci saranno vincitori e vinti, ma nessuno ne uscirà completamente indenne: qualcuno morirà, qualcuno perderà per sempre una parte di sé.
Non esistono finali perfetti: tutti vorremmo che le cose si concludessero nel modo più perfetto possibile, ma non è questo il caso. È un finale che da una parte mi ha commosso e dall’altro mi ha lasciato un sapore amaro in bocca.

La Bardugo è riuscita a farmi immergere in modo estremamente affascinante e a farmi affezionare ad alcuni personaggi, in particolare quelli secondari (e ancora una volta parlo soprattutto di te, Nikolai, anche se la tua presenza nel libro si è un pò ridotta).

Avete presente quel momento in cui finite un libro e sentite un vuoto dentro? Quella sensazione di nostalgia per un luogo che neanche esiste, se non tra le pagine, se non nella tua testa. È così che mi sono sentita finendo Rovina e Ascesa.

Ma questa nostalgia è attutita dalla mia attuale (ri)lettura: Sei di Corvi, primo di una duologia ambientata due anni dopo gli eventi di Shadow and Bone. Subito dopo sarà il turno de Il regno corrotto e poi tocca a te Niko 🖤

Alla prossima,

Belle