Il Regno Corrotto

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“Nessun rimpianto, nessun funerale. Era un modo di augurarsi buona fortuna. Ma era anche qualcos’altro. Un’oscura allusione al fatto che non ci sarebbero state costose sepolture per gente come loro, nessuna lapide di marmo a ricordare i loro nomi, nessuna corona di fiori di mirto o rose.”

Se con Sei di Corvi c’è stato il colpo di fulmine, con Il Regno Corrotto ho avuto la conferma di quanto questa dilogia sia un gioiellino.
Se pensavo che in Sei di Corvi i personaggi fossero già ben caratterizzati, nel Regno Corrotto vengono esplorati altri dettagli del loro passato (soprattutto di Wylan, che finalmente ha dei capitoli dal suo punto di vista) che mi hanno fatto sentire un macigno molto più pesante sul petto.
Se credevo che il colpo alla Corte di Ghiaccio in Sei di Corvi fosse l’apice di tutti i colpi impossibili, nel Regno Corrotto la prova più difficile per Kaz, Inej, Jesper, Nina, Matthias e Wylan deve ancora arrivare e ha un nome: Ketterdam.

Sono braccati da tutti e il rischio di essere scoperti è sempre dietro l’angolo. Si potrebbe pensare di stare tranquilli con i piani elaborati e contorti di Kaz, ma la sensazione che qualcosa possa andare storto, che qualcuno non possa farcela, può diventare realtà.
Alla fine dei giochi, perché è tutto un gioco a Ketterdam, tra mercanti e scarti, tra ricchezza e povertà, ne usciranno profondamente cambiati.

Questa banda di disadattati, di scarti della società, fuggitivi, traditori della patria, giocatori d’azzardo, assassini, ma soprattutto sopravvissuti, sono tra i personaggi più veri che possiate mai incontrare. Non sono perfetti, non sono completamente buoni, fanno delle scelte difficili, ma non ti tradirebbero mai.

Un altro capitolo del Grishaverse si è concluso, o forse no, perché se le voci di corridoio sono vere, allora questo non è un addio ma un arrivederci 🖤

Alla prossima,

Belle