Piranesi

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Come descrivere Piranesi se non attraverso ciò che ho provato?
Ho impiegato qualche giorno a leggerlo: non perché fosse lento o difficile da comprendere, ma perché volevo assorbire la quantità di informazioni che mi arrivavano addosso come una marea improvvisa. Lo spaesamento è naturale: la Casa, con le sue Statue e l’infinito susseguirsi di Corridoi e di Stanze, ti schiaccia e ti rende insignificante e tutto ciò che puoi fare è aggrapparti alle parole, ai pensieri che Piranesi imprime nei suoi taccuini.
Piranesi è tutto ciò che c’è di buono e puro: la sua ingenuità, la sua bontà, la sua meraviglia di fronte alla bellezza di ciò che lo circonda è commovente. Ti fa ricordare di quando durante l’infanzia ti meravigliavi di qualsiasi cosa, perché tutto era nuovo, guardavi il mondo con gli occhi della curiosità e dell’innocenza. Piranesi è così: una creatura curiosa e attenta, una pietra grezza non ancora intaccata, non ancora avvelenata dal mondo. Era come se gli stessi accanto: volevo che mi parlasse delle statue, cosa gli comunicavano. I suoi incontri con l’Altro mi rendevano sospettosa, volevo dire a Piranesi di non fidarsi di lui, anche se era l’unica persona che conosceva.
Le sue riflessioni erano le mie riflessioni. Le sue domande erano le mie domande. Come si chiamava veramente? Perché non ricordava nulla del suo passato? Di chi erano gli scheletri che aveva trovato?
E poi tutto cambia: il dubbio si instilla in lui, sospetta perfino di se stesso. Qualcosa comincia a cambiare e tu non puoi far altro che assistere impotente, a pensare che sia diventato pazzo, a sperare che apra finalmente gli occhi, che si desti da un sogno che si sta trasformando in incubo.
Al di là delle simbologie che si possono cogliere o meno, Piranesi è una lettura travolgente: il coinvolgimento è totale e tutto ciò che ti rimane, quando chiudi il libro, è una sensazione di nostalgia, un’esperienza che vorresti rivivere, un sogno che non vorresti mai che finisse, perché la Casa è intorno a te, la Casa ti parla attraverso sensazioni, statue e odori, la Casa rimane dentro di te.
Leggete Piranesi senza timore, senza pregiudizi.
Io ancora ci penso e credo che non lo dimenticherò mai.

Alla prossima,

Belle