La regina degli scacchi

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Tutti hanno sentito parlare de “La regina di scacchi”. C’è chi conosceva il libro e chi l’ha scoperto grazie alla serie Netflix. Io faccio parte della seconda categoria.
Leggere la Regina di scacchi è stato come fare un rewatch della miniserie: incredibile ma vero, sono davvero poche le differenze, che ti fanno apprezzare in egual misura sia l’uno che l’altro.

Gli scacchi non mi hanno mai attirato in modo particolare, eppure le descrizioni delle partite mi hanno tenuta incollata alle pagine. Non ne capivo la dinamica ma era come ritrovarsi in un campo di battaglia, in un gioco di strategia e previsioni, dove il minimo errore poteva risultare fatale.
L’incontro tra Beth Harmon e gli scacchi avviene per caso, o per destino, nello scantinato dell’orfanotrofio e grazie al custode, il signor Shaibel, viene introdotta in un mondo che ben presto diventerà la sua unica ragione di vita, la sua comfort zone.
Beth è un outsider: non entra nella squadra delle cheerleader, non veste alla moda, non lega con nessun coetaneo, se non con Jolene, amica dell’orfanotrofio. L’unica cosa che le importa sono gli scacchi: in quelle case lei sa muoversi con disinvoltura mentre nel mondo reale si sente fuori posto, se sbaglia può solo incolpare se stessa, un ostacolo nella partita lo affronta con freddezza mentre i piccoli problemi della vita possono travolgerla inaspettatamente, come la prima cotta, il primo ciclo, la prima sbronza.
Gli scacchi sono per Beth una salvezza ma anche una maledizione: le permettono di lasciare l’orfanotrofio per una vita apparentemente migliore, ma, assieme ai bagagli, trascinerà con sé una dipendenza dai farmaci che rischierà di farle perdere quello straordinario talento che molti le invidiano.
Beth è una giovane donna, piena di fragilità ma mossa anche da una determinazione infinita nel voler essere riconosciuta Grande Maestro, in un mondo maschilista, ancor di più quello degli scacchi.

Il riconoscimento è il desiderio più grande di Beth e una volta raggiunto, non importa cosa potrà succedere negli anni a seguire. Come negli scacchi, in cui i pezzi si muovono uno alla volta, così Beth affronterà la vita, un passo alla volta, una mossa alla volta.

Alla prossima,

Belle