Circe

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“La mia natura divina sfolgora in me come gli ultimi raggi di sole prima di tuffarsi nel mare. Un tempo pensavo che gli dèi fossero opposti alla morte, ma adesso vedo che sono più morti che altro, poiché sono immutabili, e non possono trattenere nulla nelle mani.”

Circe da sempre è nota nell’immaginario collettivo come un personaggio estremamente negativo, una maga che ostacola il viaggio di ritorno verso Itaca di Ulisse. Le stesse fonti classiche non fanno che accennarla brevemente.

Ma Circe non può essere solo una maga e Madeline Miller con uno stile elegante e mai ridondante, ci trasporta in un tempo lontano, dove si riescono a sentire odori e sapori, la brezza marina tra i capelli, la sensazione della salsedine sulla pelle, i granelli di sabbia sotto i piedi, il calore del sole trasportato da Apollo, ma anche il sapore del sangue, la rabbia che ti attraversa il corpo, il dolore provocato dalla crudeltà dell’uomo, che sia umano o divino, l’indifferenza di una madre, l’invidia o l’apparente gentilezza dei propri fratelli e sorelle.

Agli occhi della propria famiglia, Circe è nata sbagliata: figlia di una ninfa e di un titano, non ci si aspetterebbe che sia priva di poteri, con un aspetto fin troppo vicino a quello insignificante degli esseri umani, dagli occhi gialli e con una voce flebile. Ben presto viene messa in secondo piano dai fratelli Eete, Perse e Pasifae, passando le sue giornate tra le stanze del palazzo del padre.

Nel corso della sua vita secolare, saranno diversi i momenti che la segneranno nel profondo, a partire dall’incontro con Prometeo: la sua ribellione, la sua fermezza nel non piegarsi di fronte ad un potere più grande di lui faranno scattare qualcosa in lei.

Capirà di avere una voce. Una voce che, nonostante l’esilio, le ritorsioni, le violenze, non si attenuerà mai. A differenza dei suoi fratelli, Circe faticherà, arriverà a sanguinare, per coltivare il suo talento, la sua inclinazione nell’uso delle piante. Le piegherà al suo volere, diventeranno parte di lei.

Mostrerà un lato mostruoso e vendicativo, scatenato dalle continue vessazioni, dalla gelosia per un’amore non corrisposto, dall’invidia di una ninfa, dai raggiri di un dio. Mostrerà anche un lato fragile ed ingenuo, sospettoso e possessivo con gli uomini della sua vita. Sarà un’amante, passeggera e fugace, passionale e sospettosa, sarà una madre possessiva e apprensiva, amorevole e severa.  

Nella vita siamo state tutte un pò Circe, con le nostre fragilità e le nostre debolezze. Circe ci insegna che dobbiamo trovare un modo per rialzarci, trovare il momento di dire no, non piegarci di fronte a vessazioni verbali o fisiche, proteggere ciò che amiamo, ma capire anche quando il nostro amore limita la libertà di chi amiamo. 

Circe è una lettura immersiva e difficilmente vi verrà voglia di posare il libro.

Alla prossima,

Belle